Passa ai contenuti principali

Gigi Riva: thunder roar

 Gigi Riva: thunder roar

Gigi Riva's death left a bitter taste in my mouth. I did not have the pleasure of seeing him in action for reasons of age. But as a great football fan, especially of the past, I know what a great footballer he was and what he represented for the generation of that time. My father, although a fan of the great Inter, had words of admiration for him. Dad, in my opinion you are Gigi Riva's double,' I used to tell him. Of course, he was not an exact copy, but in my opinion the facial features were very similar. He would reply with an embarrassed but underneath smug smile. In recent years, legendary players like Best, Beckenbauer, Maradona, Pelé and now Gigi Riva have passed away. The years pass for everyone, it is true, everyone's life has a beginning and an end. But it is what happens along the way that makes the difference. And these gentlemen have not only made a difference, they have become first legendary and then immortal. The years in which they assert themselves are certainly more genuine and in some ways more romantic. Gigi Riva was Cagliari's standard-bearer, the leader of the Sardinian people, renouncing the big bucks that northern teams were ready to shell out to have him in their ranks. He represented a sort of social redemption for the whole of Sardinia, demonstrating that anything is possible, even winning a Scudetto with a provincial team that had never won anything until then. In return he received affection and glory. A man of few words, he always put words before deeds. Thunder roar,a nickname coined by Gianni Brera, was the perfect symbiosis of man and myth. Goodbye Gigi. And thank you


the photo is taken from Wikipedia



  









Commenti

Post popolari in questo blog

Palla tamburello. ANSPI Capriano: la squadra più forte che non avete mai visto

Palla tamburello. ANSPI Capriano: la squadra più forte che non avete mai visto   Agli inizi anni ’80, in pieno boom  tamburellistico,  fa capolino una squadra che più romantica di così non si può: l'ANSPI Amatori di Capriano del Colle. I giocatori erano tutti di Capriano naturalmente. A quei tempi sui due campi disponibili(Botti e Caprianese) si alternavano ben nove squadre ed era davvero complicato riuscire ad incastrare tutta l’attività. I nostri decisero comunque di iscriversi alla FIPT, categoria serie D. Ho fatto una ricerca e sono riuscito a trovare la classifica finale della stagione 1983. Balza subito all’occhio la posizione finale in graduatoria della squadra A che diede filo da torcere a squadre più navigate. Io all'epoca avevo solo nove anni ed in tutta onestà non ricordo di averli mai visti in azione e non so per quanti anni quella società partecipò ai campionati ufficiali. Quella che rimane è una bellissima pagina di sport che ha visto nuovamente Capriano protagoni

Amarcord palla tamburello. Franco Reccagni, l'asso bresciano

Amarcord palla tamburello. Franco Reccagni, l'asso bresciano Franco Reccagni è il tamburellista bresciano più vincente di tutti i tempi. Franco detiene un record difficilmente battibile e destinato a durare a lungo. Con i suoi cinque scudetti di serie A in bacheca, più uno in serie B, è stato senza ombra di dubbio uno dei giocatori che ha lasciato un segno indelebile nella storia del tamburello italiano. Bisogna tenere contro che in quei tempi non erano ancora state istituite né la coppa Italia (partì nel 1980) né la super coppa (1992). È facile azzardare che avrebbe potuto rimpinguare la sua bacheca con altri trofei. Dotato di una forza fisica notevole che, unita ad una grande capacità di gestione emotiva, molto utile nelle grandi sfide, gli hanno permesso di giocare in tutte le più forti squadre dell’epoca, risultando spesso determinante nella conquista dello scudetto. Le cronache piemontesi dell’epoca dicevano di lui “ Nato a Nigoline di Corte Franca in provincia di Brescia, non

Palla tamburello: Lo sferisterio Botti

  Palla tamburello: Lo sferisterio Botti Dopo tanti anni spesi sul campo dell'oratorio, alle ore 14 del 19 Marzo del 1976 venne finalmente inaugurato lo sferisterio dove avrebbe giocato le proprie partite casalinghe l'USM Botti (Unione Sportiva Marco Botti). In via Pascoli, a Capriano, la famiglia Botti mise a disposizione un'area dove, con grande perizia, venne costruito uno degli sferisteri più belli di tutta la storia del tamburello italiano. Le cronache dell'epoca scrissero che per realizzare l'impianto vennero spesi ben 40 milioni. Quel giorno si sfidarono in un'amichevole, che fece il tutto esaurito, la Botti e l'Ovada, una delle squadre più forti in circolazione, entrambe iscritte al campionato di serie A che sarebbe iniziato il fine settimana seguente. Il risultato arrise ai piemontesi che prevalsero per 19 a 12.  Lo sferisterio chiuse i battenti ben 28 anni dopo, più precisamente il 18 di settembre del 2004, per l'ultima giornata di ritorno del