Salò
Alla fine del 2007 decisi di fare un giro a Salò. Il lago mi ha sempre affascinato pur non amando particolarmente farci il bagno per via delle acque non sempre salubri. Quel sabato mattina, dopo aver imboccato il lungolago lasciandomi la fossa alle spalle, rimasi folgorato. Era una giornata bellissima con un sole abbagliante. In una frazione di secondo decisi che mi sarebbe piaciuto vivere lì. Detto e fatto. Poco più avanti, precisamente sopra il Bar Italia, c'era un cartello con scritto affittasi. Chiamai immediatamente il numero e fissai un appuntamento per il sabato successivo. Antonella, la proprietaria dell'agenzia che aveva in carico l'immobile, si presentò in perfetto orario. L'appartamento, un monolocale di una quarantina di mq2, era un po' datato ma offriva una spettacolare vista lago da togliere il fiato. Situazione che mi convinse a sceglierlo: sarebbe diventata la mia casa a partire dal primo gennaio 2008.
All'epoca avevo un ML 2700 turbo diesel, che complici alcuni problemi meccanici, decisi di vendere in luogo di un'AUDI A2, decisamente più adatta all'avventura benacense. Auto leggerissima, velocissima dai consumi trascurabili. Faccio però un passo indietro. Il giorno in cui avrei dovuto incontrare Antonella per definire i dettagli dell'operazione, lei stranamente non rispose al telefono. Cosa che continuò a fare per i giorni successivi. Il sabato convenuto, decisi di andare comunque a Salò per capire cosa fosse successo.
Mentre facevo colazione in un bar, diedi un'occhiata distratta al giornale. Lessi una notizia che mi lasciò senza parole: Antonella non c'era più. Era morta qualche giorno prima in uno spaventoso incidente stradale. Mi venne in soccorso suo marito che, nonostante la situazione tragica che stava vivendo, portò a termine l'iter del contratto di affitto. Stefano dimostrò una compostezza ed una professionalità senza precedenti. Non l'ho più nè visto nè sentito. Mi auguro sia riuscito a trovare un po' di pace. Ma torniamo a noi. Presi possesso dell'appartamento i primi giorni di gennaio. Salò era tristemente vuota e desolata.
Uno dei pochi bar aperti durante la settimana era quello di Manuel, locale che distava poche centinaia di metri da casa mia. Diventò presto il mio luogo di ritrovo. Per allargare il numero di conoscenze, decisi di iscrivermi ad un corso di degustazione che si tenne presso la cascina San Zago, una bellissima struttura che si trovava sopra Salò. Non mi piace il vino, non lo bevo. Preferisco la birra. Ma devo dire che quel corso fu una piacevole rivelazione.
Facemmo addirittura una degustazione di olio di oliva, anche qui molto interessante. Centrai il mio obiettivo, nel senso che riuscii a stringere alcune amicizie. Una, quella con Manuel, è arrivata fino ai giorni nostri. Tanta roba. L'esperienza salodiana sembrava filare per il verso fino al giorno in cui l'inquilina del piano di sopra decise di andare via. Al suo posto arrivò una famiglia che rovinò per sempre la pace del luogo, tanto da convincermi ad andare via dalla disperazione per via dei mille rumori che producevano sia di giorno che di notte. Da manicomio. Mi misi subito alla ricerca di un nuovo alloggio che trovai proprio alla fine del lungolago in un palazzo affrescato sito dietro la pizzeria Papillon.
L'appartamento, un bel bilocale con terrazzo, disponeva anche di un posto auto. Nel palazzo c'erano una decina di appartamenti, principalmente seconde case. Un luogo bellissimo e molto tranquillo. In quel periodo cominciai a frequentare un pub che distava pochi metri da casa mia. I gestori erano due ragazzi: Simona e Stefano. Lei piemontese di Acqui Terme. Lui bresciano di Gardone Riviera. Il loro locale era ormai diventato la mia seconda casa.
Con loro è nata una bellissima amicizia che è sopravvissuta ai tempi e ai luoghi. Loro adesso vivono in Piemonte. Si sono sposati, hanno una bellissima famiglia ed un'attività che gestiscono in modo magistrale. Anch'io mi sono sposato, ho una bellissima famiglia e sono rimasto a vivere in provincia di Brescia (Non poteva essere altrimenti). Ogni tanto ci vediamo. Sono due persone speciali e mi reputo fortunato ad averle incontrate sul mio cammino. Simona e Stefano un bel giorno decisero di chiudere il pub e di trasferirsi per sempre in Piemonte. Io da lì a poco presi una decisione analoga, cioè quella di lasciare per sempre Salò per tornare a Capriano.
I cento km al giorno A/R che percorrevo per andare a lavorare mi avevano logorato. Durante quel periodo accaddero diverse cose. Un bel mattino di febbraio distrussi l'Audi A2 finendo letteralmente in un campo a causa delle buche in tangenziale. Al posto dell'Audi comprai una 500 nera che comprai solo ed esclusivamente perché era targata 500. Ma, più di tutto, conobbi Nadia che sarebbe poi diventata mia moglie. Nei miei piani, l'esperienza di Salò avrebbe dovuto insegnarmi a stare al mondo. Purtroppo, per onestà intellettuale, devo ammettere che le cose non andarono per il verso giusto. Non posso dire però di non averci provato. Salò avrà per sempre un posto speciale nel mio cuore. Ad maiora