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venerdì 2 giugno 2023

Il Brescia è retrocesso

 Il Brescia Calcio è in serie C

Da ieri sera la mia squadra del cuore è in serie C. Per risalire all'ultima retrocessione nella terza serie, bisogna andare indietro fino alla stagione 1981/1982 quando le rondinelle salutarono la B in compagnia di Rimini, Spal e Pescara. Le rondinelle rimasero bloccate nelle sabbie mobili della C per tre stagioni fino a quella del 1984/1985 che vide il Brescia dominare il proprio girone e tornare in serie B. Il campionato successivo fu di nuovo promozione, questa volta in serie A. Questa però è un'altra storia. 

Ieri sera avrei voluto essere presente allo stadio, ma siccome mi sono mosso in ritardo non sono riuscito a trovare il biglietto nel settore che volevo. Ho deciso quindi di seguire la partita in un pub cittadino, l'Unicorn. Atmosfera britannica, birre notevoli, cucina pregevole. Inizia la  partita. Primo tempo senza sussulti. La paura si è fatta sentire, bloccando di fatto tutte le velleità del Brescia. Nel secondo tempo le rondinelle dovevano buttare sul campo tutto quello che avevano per riuscire a girare l'inerzia in proprio favore. Che poi è quello che oggettivamente è accaduto, spesso però senza avere le idee chiare. 

Il gol di Bisoli sembrava aver finalmente rotto l'incantesimo. Nei minuti successivi la pressione si è fatta più forte. Il Cosenza sembrava alle corde, incapace di qualsiasi reazione. Ma nel calcio c'è una legge non scritta che dice che se sbagli un gol, sei condannato a subirlo. 

Dopo che Bianchi si è mangiato un gol da zero metri, il Cosenza riparte e fa danni. Da un fallo di Cistana sulla trequarti, scaturisce il gol che manda in paradiso i calabresi e all'inferno il Brescia. Il resto è cronaca, con i tifosi bresciani a sfogare la propria frustrazione invadendo il campo e condannando ancora prima del fischio finale le rondinelle alla serie C. 

E' il momento più buio della ns storia sportiva degli ultimi quarant'anni. Bisogna rifondare e ricominciare tutto daccapo. Una città come Brescia merita altri palcoscenici. Se penso che all'inizio del secolo hanno vestito il biancoblu leggende come Baggio e  Guardiola mi viene male. Ma questo è lo sport. Quello che manca è la cultura della sconfitta(non solo a Brescia). Stagioni come questa sono figlie della mal gestione di un presidente dittatore che ha cambiato troppo spesso la guida tecnica della squadra, creando confusione nei giocatori. E' vero: la rosa della squadra non era sicuramente all'altezza della situazione ma ho sperato che si potesse raggiungere quantomeno una salvezza tranquilla. Cosa che non è accaduta. 

I presidenti come Cellino appartengono ad un calcio che non esiste più. Per fare calcio serve programmazione e lungimiranza. Ed un progetto a medio/lungo termine. Situazione che a Brescia non si è verificata. 

Ma adesso cosa succederà? Dopo quello che è accaduto ieri chi avrà voglia di comprare il Brescia? Cellino non mi sembra un tizio che si arrende facilmente. L'unica cosa è augurare al Brescia di tornare presto sui palcoscenici che gli competono e che la storia gli riconosce. Forza Brescia


La foto è del titolo del Giornale di Brescia di venerdì 2 giugno 2023




domenica 7 maggio 2023

Piccolo, spazio, pubblicità

Piccolo, spazio, pubblicità

Con oggi parte la rubrica svuota cantina e svuota cassetti. Pubblicherò a caso foto di materiali che voglio cedere. Non spedisco. Possibilità di ritiro a mano presso la mia residenza(o al massimo posso andare in consegna e  spingermi fino a Capriano del Colle 😄)

Scudetti Brescia Calcio varie annate euro 80 trattabili (cedo solo in blocco)







venerdì 14 aprile 2023

Guardiola al Brescia Calcio: sogno o son desto?

Guardiola al Brescia  Calcio: sogno o son desto?

Dopo Baggio, universalmente amato sia come giocatore che come uomo, Gino Corioni piazzò un colpo pazzesco: Pep Guardiola. Davvero non potevo crederci. Già con Baggio tutta la Brescia sportiva aveva raggiunto un livello di godimento incredibile. Ma con Guardiola, Gino si superò. Ho sempre avuto un debole per il Guardiola calciatore. 

L'avevo visto moltissime volte in tv: metronomo, intelligenza tecnico/tattica sopraffina, personalità da vendere. Insomma un campione. La prima volta che lo vidi con la maglia del Brescia Calcio fu in occasione di Brescia Chievo dell'ottobre 2001. Un giocatore fantastico, che dettava i tempi di gioco in una maniera magistrale. Non rapidissimo, ma con una capacità di far giostrare la squadra davvero non comune. Ricordo che durante un Brescia Venezia di quella stagione, si produsse in una finta sotto il settore in cui ero abbonato: quella giocata, oltre a mandare fuori giro un paio di giocatori veneziani, disorientò anche me ed alcuni spettatori nei paraggi. Andavo spesso anche agli allenamenti: in quegli anni c'era un'altissima concentrazione di campioni tanto che sembrava di essere ad un'asta del fantacalcio

Sarò per sempre grato a Gino Corioni e alla sua famiglia per tutto quello che hanno fatto per Brescia. Sono abbastanza sicuro nel dire che non ci sarà mai più nessun presidente come lui. Chiudo con un piccolo aneddoto su Pep. Dopo un Brescia Inter, partita che fu vinta nettamente dai nerazzurri, mi incamminai mestamente verso la mia classe A che avevo parcheggiato nei pressi del leggendario Rolly Bar, luogo dove aveva sede il Brescia Club a cui ero iscritto. Ad un certo punto vedo passare una Jeep scura. Al volante c'era proprio lui: Pep Guardiola. All'epoca ero ancora ben allenato e mi lanciai all'inseguimento dell'automobile. 

Il semaforo quella sera decise di farmi un assist e diventò rosso nel momento giusto. Io, ormai stremato, riesco ad arrivare al vetro. Busso. Guardiola mi vede, mi guarda tra lo spaventato e lo stranito. Abbassa il finestrino. "Pep", gli dico "sono un tuo grandissimo ammiratore" lui sorride, mi stringe la mano, mi ringrazia e leggendomi nel pensiero mi dice "stai tranquillo, ci salviamo". La salvezza arrivò, ma solo all'ultima giornata dopo il 3 a 0 al Bologna. Grazie Pep, grazie Gino. Forza Brescia





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La Birra Artigianale dedicata ai miei Genitori Nel vasto panorama delle bevande artigianali, c'è una pratica che va oltre la semplice pr...