Brescia e Sampdoria: quale futuro?
Non è un momento sportivamente florido per le mie due squadre
del cuore: Il Brescia e la Sampdoria. Entrambe sono reduci da un’annata a dir poco
disastrosa. Ma se per il Brescia rimane una speranza, seppur piccola, di
rimanere in B, per la Sampdoria invece non c’è più nulla da fare: sarà come
minimo serie B. Da bresciano penso di conoscere abbastanza bene il tessuto sociale ed economico della città dove vivo. I bresciani sono grandissimi lavoratori, spesso di poche parole ma assolutamente portati verso tutto quello che è impresa e industria. All'inizio magari diffidenti, ma poi assolutamente affidabili e generosi. Mi viene da dire che un bresciano è per sempre. Il tifoso bresciano è fortemente legato ai colori della squadra del cuore. Non fa mai mancare il proprio appoggio sia in casa che in trasferta. Certo, dopo l'era Baggio tanti hanno fatto marcia indietro, probabilmente perché Gino ci aveva abituato fin troppo bene, riempiendo la squadra di campioni, tanti di grandezza assoluta. E si sa, vedere qualche perfetto sconosciuto indossare la maglia del cuore, ha sicuramente fatto disinnamorare quella parte di tifosi che andavano allo stadio solo per Baggio e Guardiola. Bisogna anche dire che lo stadio che abbiamo non invoglia di certo il tifoso ad andarci. Struttura superata che solo Cellino ha provato a migliorare durante la sua presidenza(bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare). L'avvento di Cellino aveva fatto finalmente tornare il buonumore a tante persone e la promozione in A di un paio di stagioni fa sembrava l'inizio di una nuova era, fatta di successi e di campioni. Purtroppo le cose hanno preso una piega diversa. Perché siamo onesti, quello che stanno facendo da alcuni anni i nostri cugini bergamaschi un po' ci dà fastidio. Ci siamo sempre chiesti come sia possibile che una realtà con un tessuto economico potente come il nostro, non riesca a produrre un Percassi all'altezza della situazione. Fare calcio al giorno d'oggi è molto complicato. Spesso e volentieri le società di calcio hanno bilanci in rosso. Sono abbastanza sicuro nel dire che gli industriali bresciani, che sanno far bene di conto, hanno preferito, almeno fino ad oggi, usare i propri denari in maniera oculata indirizzandoli in situazioni meno rischiose. Molto dipenderà dalla categoria in cui giocheranno le rondinelle il prossimo anno. Tra la B e la C c'è un abisso di costi e di posta in gioco. L'augurio è prima di tutto quello di ottenere la salvezza in B e poi la speranza che Cellino si faccia da parte, sempre che il passaggio di mano avvenga in mani sicure e affidabili, situazione che di questi tempi è di difficile realizzazione. Capitolo Sampdoria. Mi sono innamorato di questi colori sin da piccolo. Dopo quella del Brescia, la maglia blucerchiata è una delle più belle del mondo. Sono stato al Marassi tante volte, anche in gradinata sud. Rispetto al bresciano, che tifa anche per gli strisciati, a Genova il discorso è diverso ma molto semplice: o sei del Genoa o del Doria. Quindi l'attaccamento alle sorti della squadra è pressoché totale ed incondizionato. Basti guardare gli spalti delle ultime partite casalinghe per capire che i tifosi vanno allo stadio al di là della categoria e dei risultati. Certo, se malauguratamente la Samp dovesse fallire e ricominciare dai dilettanti sarebbe un dramma sportivo senza precedenti per i tifosi blucerchiati. Ma il genovese ha la scorza dura e non sarà sicuramente una retrocessione a cambiare le cose: gli appassionati saranno ancora più vicini alle sorti della squadra e faranno di tutto per far tornare il Doria nel posto che merita. Io comunque proporrei per entrambe le società una gestione con azionariato popolare, cioè dare la possibilità anche ai tifosi di far parte della società acquistando quote. Ci sono società di altissimo livello che si sono avvalse di questo sistema: Barcellona e Bayern per dirne due. Insomma, non gli ultimi arrivati. Il calcio deve tornare ad essere della gente, non più di faccendieri senza scrupoli o peggio di multinazionali che non hanno nessuna idea di cosa voglia dire appartenere ad una terra e alla sue tradizioni. L'azionariato popolare, oltre all'aspetto economico, serve anche a questo: a preservare la storia e le radici del club, cosa che solo i tifosi possono fare. Ad maiora
Brescia di ferro, Brescia di fuoco
È l'ora del gioco, si vince e si va...
Giocavamo insieme, sempre io e te
Era il tempo della scuola, era il tempo dei primi perché..