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giovedì 26 gennaio 2023

Anno 2005. Los Angeles, Atlanta ed Elton John

Anno 2005. Los Angeles, Atlanta ed Elton John

La prima volta che volai negli Stati Uniti d'America fu bellissimo. Ci andai con alcune persone che facevano parte di un gruppo che vendeva benessere. I prodotti erano, e sono, molto validi, ottima panacea soprattutto per la mia gastrite diventata con il tempo cronica. Tutto il contorno non mi interessava granché, soprattutto perché l'atmosfera di questa azienda era troppo sopra le righe per i miei gusti. Erano sempre tutti felici e sorridenti, mai un fastidio, mai una frase fuori posto. Non poteva essere vero. Io ero un sognatore pragmatico, conscio che la vita era fatta anche di scudisciate e non solo di sorrisi e pacche sulle spalle. Ho sempre messo le mani avanti, forse per paura di essere troppo felice. Dopo questo preambolo veniamo ai fatti. Ricordo che mio papà accompagnò me e una ragazza alla Malpensa. Con noi partirono anche due ragazzi con la loro figlia. Dopo un viaggio interminabile atterrammo nella città degli angeli. Ad attenderci c'erano due ragazzi di Capriano che ci avevano gentilmente prenotato un hotel. Appena usciti dall'aeroporto capimmo subito di essere arrivati in una città davvero bellissima, con strade enormi e un numero esagerato di luci ed insegne. Da capogiro. Dopo essere saliti su questo monovolume i nostri si erano purtroppo dimenticati l’indirizzo dell'hotel che ci avevano prenotato. Poco male, dissi io. Al loro posto non avrei trovato nemmeno la strada per uscire dall’aeroporto…. Dopo qualche km decidemmo che era giunto il momento di prendere quello che passava il convento. Eravamo stanchi morti e ci fermammo in questo motel che visto da fuori poteva benissimo essere stato teatro di qualche efferato omicidio in stile americano. L'interno invece si rivelò molto piacevole e confortevole con letti enormi e comodissimi. Il giorno seguente, di buon mattino, decidemmo di andare agli Universal Studios, il regno di Hollywood. Siccome c'era già parecchia gente in coda, scegliemmo la via vip. Comprammo così un tagliacode che ci costò un bel mucchietto di dollari ma che ci aiutò a visitare più attrazioni possibili. Vedemmo le location dello squalo, della mummia e di tantissimi altri film. Questo luogo è attualmente operativo ed è in continua evoluzione, visto che ancora oggi si girano film. Durante la permanenza a Los Angeles non ci facemmo mancare nulla. Dopo Hollywood e dopo aver camminato sulla Walk of fame, e dopo un giro a piedi a Rodeo Drive, prenotammo l’immancabile tour delle case dei vip a Beverly Hills e a Bel Air, che comprendeva anche la visita ai luoghi di Pretty Woman. È incredibile quale sia il livello dello sfarzo e del lusso delle abitazioni di quei quartieri. Anche i colori sono più brillanti. È tutto davvero esageratamente bello. Prima di volare su Atlanta ci concedemmo un pranzo a Santa Monica in un ristorante vista spiaggia. Non poteva mancare un giretto a Malibù, con i suoi bay watch, quelli veri però. Finita l’esperienza losangelina, prendemmo un volo interno per Atlanta, la città della coca cola. Città decisamente meno sfarzosa ma comunque piacevole. Venne finalmente il giorno dell’evento tanto annunciato. Presso il Georgia Dome, casa dei Falcons, andò in scena la liturgia di chi ce l’aveva fatta e di chi sperava di farcela. Io in realtà ero in attesa che venisse il momento di sentire e vedere dal vivo uno dei più grandi artisti contemporanei del pianeta: Elton John. Fu un mini concerto, molto coinvolgente e frizzante, come la sua rocketman. Durante la permanenza ad Atlanta mi scontrai con alcuni dei partecipanti perché una sera a cena, siccome eravamo in metà di mille e nessuno prendeva una decisione su cosa mangiare, decisi di tornare indietro da solo e di cenare nel primo posto che avrei trovato per strada. C’erano dei personaggi assurdi che pensavano di poter fare il bello ed il cattivo tempo, cosa che ho sempre odiato. Infatti ci impiegai davvero pochi minuti per mettere le cose in chiaro e per fargli capire che con me questo atteggiamento tirannico non avrebbe funzionato. Dopo qualche mese, condito anche da un viaggio in solitaria a Birmingham, salutai la compagnia. È stata comunque un’esperienza formativa, che mi ha insegnato tanto, soprattutto su chi avrei dovuto evitare in futuro. Ho conosciuto anche persone con cui ho legato e che sento e vedo ancora oggi. Le fotografie di questa avventura giacciono su qualche macchina fotografica digitale. Prima o poi le troverò





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