mercoledì 28 giugno 2023

Fuggo dallo stress

Fuggo dallo stress 

Siamo onesti : la tecnologia ci ha un po' fottuti. Se da un lato ne riconosco l'importanza, infatti è il mezzo che sto utilizzando per scrivere, dall'altro posso tranquillamente affermare che non è stato un fattore positivo per il nostro stile di vita. Fino ad una ventina di anni fa eravamo tutti immersi in un altro tipo di quotidianità, c'era meno frenesia. A beneficiarne erano soprattutto i rapporti umani, più veri ed assidui. Il mondo però stava cambiando, troppo velocemente. A farne le spese sono state le nostre buone abitudini. Non voglio scadere nella retorica che recita che si stava meglio quando si stava peggio. Non è vero che una volta era tutto bellissimo. 

Spesso e volentieri però ci piace pensare che sia stato così. Con il passare degli anni si tendono a ricordare solo le cose belle, relegando quelle meno piacevoli a ruoli secondari. Quello che era veramente bello, e che ora non esiste più, era il saper aspettare. Ma quanto era emozionante ricevere una lettera o una cartolina? Adesso con un click hai tutto a portata di mano. In un secondo puoi mandare un messaggio o un video ad una persona che si trova dall'altra parte del mondo. 


Una volta andavi a comprare il giornale per avere notizie che altrimenti non avresti potuto avere, se non dal TG o da qualche trasmissione di approfondimento. In questi giorni, che mi vedono fermo ai box per un fastidioso malessere, sto assaporando il tempo che passa. Se inizialmente il senso del dovere mi faceva sentire in colpa, adesso però sono più tranquillo tanto che anche il recupero fisico sembra trarne giovamento. La casa in cui vivo attualmente dispone di tutti gli spazi ed i confort necessari. Mi divido tra il letto, il soggiorno per un po' di TV, la cucina per quando è ora di pranzo o di cena , il portico se voglio prendere una boccata d'aria. 


Questa situazione mi sta facendo pensare che esiste un modo di vivere alternativo al caos e allo stress di tutti i giorni. Certo, rimarrebbe il problema di come guadagnarsi il pane. Mi piacerebbe che il mio sostentamento passasse dalla scrittura. Sarebbe bello poterlo fare nel posto in cui si desidera, possibilmente al mare, magari con una bella vista, meglio se sotto un pergolato, accarezzato dalla brezza marina. Credo che ci siano situazioni e luoghi molto stimolanti dal punto di vista dell'ispirazione e della produzione. In questo momento per esempio vorrei essere in un villaggio di pescatori della Grecia, dove, seduto ad un tavolo, lascio che le parole e le sensazioni escano fuori in maniera spontanea. 


Mi immagino mentre guardo le case bianche e blu e sento il rumore del mare che placido si tuffa sulla spiaggia e sugli scogli. Mi sembra di vedere gli anziani con il viso solcato dal sole mentre cercano un posto riparato dove scambiare due chiacchiere. Ad un certo punto decido di andare in un bar per una bibita e un po' di refrigerio. Questo posto non è ancora stato sfregiato dal turismo di massa ed è ancora possibile fermarsi a parlare del più e del meno con il proprietario. Mi chiede chi sono e cosa faccio lì. Gli rispondo che sto cercando il mio luogo dell'anima. E che forse avrei trovato proprio lì, in mezzo a loro. Ma non tutto l'anno, gli dico. Solo quando la vita in Italia diventa troppo frenetica. Sorride, mi congeda e mi dà l'appuntamento a quando voglio. Rientro a casa. Quello slancio di umanità mi ha rasserenato. 


È il posto giusto, sentenzio. Mi riposo un po' sul divano. Le pareti spesse della casa fanno da riparo dalla calura e rendono la stanza fresca e confortevole. Mi addormento. Al risveglio mi ritrovo sul letto di casa mia. É stato un sogno piacevolissimo, così reale da sembrare vero. L'unica certezza è che lunedi ritornerò alla vita di sempre, fatta di stress e di ritmi elevati. Ma con la speranza in fondo al cuore che da qualche parte ci sarà sempre un villaggio di pescatori pronto ad accogliermi. Ad maiora 


giovedì 15 giugno 2023

Ma che brutto carattere...Sarà bello il tuo invece grandissima testa di cazzo

 Ma che brutto carattere...Sarà bello il tuo invece grandissima testa di cazzo!!

Spesso mi viene fatto notare che ho un brutto carattere. Mi piace rispondere che prima era molto peggio. Intendiamoci: non sono un sanguinario, non ho mai preso a pugni nessuno. Non è nella mia natura fortunatamente. Quello che stupisce di me è il tipo di reazione che ogni tanto prevale su quella che potrebbe essere spiegata come una convenzione sociale, fatta di larghi sorrisi e pacche sulle spalle, un po' alla volemose bene per intenderci. Le esperienze che si vivono nella propria vita fanno selezione naturale. Il fatto di non aver prestato il fianco in tante situazioni a me poco congeniali, ha fatto in modo che venissi un po' messo da parte. Nulla di grave, anzi. Ho imparato a bastarmi

Chi c'è oggi nella mia vita è un valore aggiunto e non una convenienza. Ad un giro di boa dal mezzo secolo, credo di aver vissuto davvero intensamente. Ecco, se proprio devo fare un appunto, posso dire che forse avrei dovuto dosare meglio le esperienze che ho fatto. Ma a bocce ferme penso che sia impossibile decidere quando fare una cosa e quando invece farne un'altra. Sono i famosi treni su cui bisogna salire subito, perché domani potrebbe essere già troppo tardi. Sono sempre stato affamato di cose nuove, sono sempre stato molto curioso. 

Ho viaggiato molto. Ho raggruppato la maggior parte delle esperienze nei primi 35 anni della mia vita. Ho giocato a calcio e a palla tamburello a livello agonistico. Ho fatto parte di un gruppo di danza, dove, nonostante non sia stato un Bolle, ho messo sempre tutto me stesso. Ho fatto volontariato, in oratorio, a Lourdes, dove per cinque anni ho accompagnato come barelliere, persone anziane e in difficoltà. Ho fatto tantissime altre cose, magari non rilevanti, ma che hanno contribuito a rendermi la persona che sono. Affidabile, tanto da dare più di quello che dovrei, generoso, spesso in maniera esagerata. Una cosa è certa: sono per molti ma non per tutti. E lo dico con tutta l'umiltà possibile e immaginabile perché so perfettamente chi sono e quello che valgo. Odio le persone stupide e senza grammatura. Mi piacciono le cose esclusive e ricercate. Ma allo stesso tempo mi trovo perfettamente a mio agio bevendo una birra, meglio se in una sagra paesana, in ciabatte e pantaloncini ma solo se in buona compagnia. Adoro la semplicità nella sua essenza più pura. Sono fortemente legato alla mia terra, al mio accento, al mio dialetto ruvido e alle tradizioni. 

In un mondo che va in una direzione spesso senza nessun tipo di costrutto, mi piace pensare di essere stato un privilegiato per aver avuto la vita che ho vissuto e che sto vivendo. Gran parte del merito lo devo ai miei genitori che sono stati un luminosissimo esempio di valori e di amore incondizionato. Il passare del tempo mi ha reso meno impulsivo e più razionale. Ogni tanto il coperchio salta: guai se non fosse così. Sono situazioni che ti permettono di mantenere il focus su ciò che stai facendo. Si tratta di carburante vitale. 

Tutte le persone che ho incontrato nella mia vita mi hanno lasciato qualcosa. C'è chi è stato un faro, c'è chi invece una delusione. Sono stato tradito e deluso. Ho tradito e deluso. A 37 anni però la vita ha deciso di farmi un regalo inaspettato: Nadia, mia moglie. Eravamo agli antipodi. Io fino ad allora avevo vissuto alla garibaldina. Ero abituato a fare tutto quello che mi passava per la testa, senza obblighi particolari. Lei all'epoca aveva già tre figli, con una vita sentimentale completamente da ricostruire. Non è stato per niente facile. È grazie a lei se siamo ancora uniti. Lei ci ha creduto sin da subito. Io facevo fatica ad immaginarmi in una situazione diversa da quella a cui ero abituato. Il tempo ha messo tutti i tasselli al proprio posto. Tre anni fa ci siamo sposati. È senza ombra di dubbio la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Sabato a mezzanotte sarà il suo compleanno. Voglio che passi una bella serata e che sia felice. 

Perché lei forse non lo sa ma mi ha salvato la vita. Mi ha regalato sensazioni che non avrei mai potuto altrimenti provare. Ha saputo aspettare, ha capito i miei silenzi. Mi ha aperto la porta e mi ha fatto entrare nella sua vita, nella sua intimità. Ha fatto in modo che i suoi figli potessero piano piano scoprire chi fossi. A distanza di 12 anni ormai, spero di essere entrato anche nel loro cuore, nonostante io non sia molto espansivo e preferisca i fatti alle parole. È grazie a Nadia se il filo spinato di cui è fatto in parte il mio carattere, è diventato più malleabile. Grazie Nadia, grazie amore

 


venerdì 2 giugno 2023

Il Brescia è retrocesso

 Il Brescia Calcio è in serie C

Da ieri sera la mia squadra del cuore è in serie C. Per risalire all'ultima retrocessione nella terza serie, bisogna andare indietro fino alla stagione 1981/1982 quando le rondinelle salutarono la B in compagnia di Rimini, Spal e Pescara. Le rondinelle rimasero bloccate nelle sabbie mobili della C per tre stagioni fino a quella del 1984/1985 che vide il Brescia dominare il proprio girone e tornare in serie B. Il campionato successivo fu di nuovo promozione, questa volta in serie A. Questa però è un'altra storia. 

Ieri sera avrei voluto essere presente allo stadio, ma siccome mi sono mosso in ritardo non sono riuscito a trovare il biglietto nel settore che volevo. Ho deciso quindi di seguire la partita in un pub cittadino, l'Unicorn. Atmosfera britannica, birre notevoli, cucina pregevole. Inizia la  partita. Primo tempo senza sussulti. La paura si è fatta sentire, bloccando di fatto tutte le velleità del Brescia. Nel secondo tempo le rondinelle dovevano buttare sul campo tutto quello che avevano per riuscire a girare l'inerzia in proprio favore. Che poi è quello che oggettivamente è accaduto, spesso però senza avere le idee chiare. 

Il gol di Bisoli sembrava aver finalmente rotto l'incantesimo. Nei minuti successivi la pressione si è fatta più forte. Il Cosenza sembrava alle corde, incapace di qualsiasi reazione. Ma nel calcio c'è una legge non scritta che dice che se sbagli un gol, sei condannato a subirlo. 

Dopo che Bianchi si è mangiato un gol da zero metri, il Cosenza riparte e fa danni. Da un fallo di Cistana sulla trequarti, scaturisce il gol che manda in paradiso i calabresi e all'inferno il Brescia. Il resto è cronaca, con i tifosi bresciani a sfogare la propria frustrazione invadendo il campo e condannando ancora prima del fischio finale le rondinelle alla serie C. 

E' il momento più buio della ns storia sportiva degli ultimi quarant'anni. Bisogna rifondare e ricominciare tutto daccapo. Una città come Brescia merita altri palcoscenici. Se penso che all'inizio del secolo hanno vestito il biancoblu leggende come Baggio e  Guardiola mi viene male. Ma questo è lo sport. Quello che manca è la cultura della sconfitta(non solo a Brescia). Stagioni come questa sono figlie della mal gestione di un presidente dittatore che ha cambiato troppo spesso la guida tecnica della squadra, creando confusione nei giocatori. E' vero: la rosa della squadra non era sicuramente all'altezza della situazione ma ho sperato che si potesse raggiungere quantomeno una salvezza tranquilla. Cosa che non è accaduta. 

I presidenti come Cellino appartengono ad un calcio che non esiste più. Per fare calcio serve programmazione e lungimiranza. Ed un progetto a medio/lungo termine. Situazione che a Brescia non si è verificata. 

Ma adesso cosa succederà? Dopo quello che è accaduto ieri chi avrà voglia di comprare il Brescia? Cellino non mi sembra un tizio che si arrende facilmente. L'unica cosa è augurare al Brescia di tornare presto sui palcoscenici che gli competono e che la storia gli riconosce. Forza Brescia


La foto è del titolo del Giornale di Brescia di venerdì 2 giugno 2023




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