mercoledì 28 giugno 2023
giovedì 15 giugno 2023
Ma che brutto carattere...Sarà bello il tuo invece grandissima testa di cazzo
Ma che brutto carattere...Sarà bello il tuo invece grandissima testa di cazzo!!
Spesso mi viene fatto notare che ho un brutto carattere. Mi
piace rispondere che prima era molto peggio. Intendiamoci: non sono un
sanguinario, non ho mai preso a pugni nessuno. Non è nella mia natura
fortunatamente. Quello che stupisce di me è il tipo di reazione che ogni tanto
prevale su quella che potrebbe essere spiegata come una convenzione sociale,
fatta di larghi sorrisi e pacche sulle spalle, un po' alla volemose bene per
intenderci. Le esperienze che si vivono nella propria vita fanno selezione
naturale. Il fatto di non aver prestato il fianco in tante situazioni a me poco
congeniali, ha fatto in modo che venissi un po' messo da parte. Nulla
di grave, anzi. Ho imparato a bastarmi.
Chi c'è oggi nella mia vita è un
valore aggiunto e non una convenienza. Ad un giro di boa dal mezzo secolo, credo
di aver vissuto davvero intensamente. Ecco, se proprio devo fare un appunto,
posso dire che forse avrei dovuto dosare meglio le esperienze che ho fatto. Ma
a bocce ferme penso che sia impossibile decidere quando fare una cosa e quando
invece farne un'altra. Sono i famosi treni su cui bisogna salire subito, perché
domani potrebbe essere già troppo tardi. Sono sempre stato affamato di cose
nuove, sono sempre stato molto curioso.
Ho viaggiato molto. Ho raggruppato la
maggior parte delle esperienze nei primi 35 anni della mia vita. Ho giocato a
calcio e a palla tamburello a livello agonistico. Ho fatto parte di un gruppo
di danza, dove, nonostante non sia stato un Bolle, ho messo sempre tutto me
stesso. Ho fatto volontariato, in oratorio, a Lourdes, dove per cinque anni ho
accompagnato come barelliere, persone anziane e in difficoltà. Ho fatto tantissime
altre cose, magari non rilevanti, ma che hanno contribuito a rendermi la
persona che sono. Affidabile, tanto da dare più di quello che dovrei, generoso,
spesso in maniera esagerata. Una cosa è certa: sono per molti ma non per tutti.
E lo dico con tutta l'umiltà possibile e immaginabile perché so perfettamente
chi sono e quello che valgo. Odio le persone stupide e senza grammatura. Mi
piacciono le cose esclusive e ricercate. Ma allo stesso tempo mi trovo
perfettamente a mio agio bevendo una birra, meglio se in una sagra paesana, in
ciabatte e pantaloncini ma solo se in buona compagnia. Adoro la semplicità
nella sua essenza più pura. Sono fortemente legato alla mia terra, al mio
accento, al mio dialetto ruvido e alle tradizioni.
In un mondo che va in una
direzione spesso senza nessun tipo di costrutto, mi piace pensare di essere
stato un privilegiato per aver avuto la vita che ho vissuto e che sto vivendo.
Gran parte del merito lo devo ai miei genitori che sono stati un luminosissimo
esempio di valori e di amore incondizionato. Il passare del tempo mi ha reso
meno impulsivo e più razionale. Ogni tanto il coperchio salta: guai se non
fosse così. Sono situazioni che ti permettono di mantenere il focus su ciò che
stai facendo. Si tratta di carburante vitale.
Tutte le persone che ho incontrato nella
mia vita mi hanno lasciato qualcosa. C'è chi è stato un faro, c'è chi invece
una delusione. Sono stato tradito e deluso. Ho tradito e deluso. A 37 anni però
la vita ha deciso di farmi un regalo inaspettato: Nadia, mia moglie. Eravamo
agli antipodi. Io fino ad allora avevo vissuto alla garibaldina. Ero abituato a
fare tutto quello che mi passava per la testa, senza obblighi particolari. Lei
all'epoca aveva già tre figli, con una vita sentimentale completamente da
ricostruire. Non è stato per niente facile. È grazie a lei se siamo ancora
uniti. Lei ci ha creduto sin da subito. Io facevo fatica ad immaginarmi in una
situazione diversa da quella a cui ero abituato. Il tempo ha messo tutti i
tasselli al proprio posto. Tre anni fa ci siamo sposati. È senza ombra di
dubbio la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Sabato a mezzanotte sarà il suo
compleanno. Voglio che passi una bella serata e che sia felice.
Perché lei
forse non lo sa ma mi ha salvato la vita. Mi ha regalato sensazioni che non
avrei mai potuto altrimenti provare. Ha saputo aspettare, ha capito i miei
silenzi. Mi ha aperto la porta e mi ha fatto entrare nella sua vita, nella sua
intimità. Ha fatto in modo che i suoi figli potessero piano piano scoprire chi
fossi. A distanza di 12 anni ormai, spero di essere entrato anche nel loro
cuore, nonostante io non sia molto espansivo e preferisca i fatti alle parole. È
grazie a Nadia se il filo spinato di cui è fatto in parte il mio carattere, è
diventato più malleabile. Grazie Nadia, grazie amore
venerdì 2 giugno 2023
Il Brescia è retrocesso
Il Brescia Calcio è in serie C
Da ieri sera la mia squadra del cuore è in serie C. Per risalire all'ultima retrocessione nella terza serie, bisogna andare indietro fino alla stagione 1981/1982 quando le rondinelle salutarono la B in compagnia di Rimini, Spal e Pescara. Le rondinelle rimasero bloccate nelle sabbie mobili della C per tre stagioni fino a quella del 1984/1985 che vide il Brescia dominare il proprio girone e tornare in serie B. Il campionato successivo fu di nuovo promozione, questa volta in serie A. Questa però è un'altra storia.
Ieri sera avrei voluto essere presente allo stadio, ma siccome mi sono mosso in ritardo non sono riuscito a trovare il biglietto nel settore che volevo. Ho deciso quindi di seguire la partita in un pub cittadino, l'Unicorn. Atmosfera britannica, birre notevoli, cucina pregevole. Inizia la partita. Primo tempo senza sussulti. La paura si è fatta sentire, bloccando di fatto tutte le velleità del Brescia. Nel secondo tempo le rondinelle dovevano buttare sul campo tutto quello che avevano per riuscire a girare l'inerzia in proprio favore. Che poi è quello che oggettivamente è accaduto, spesso però senza avere le idee chiare.
Il gol di Bisoli sembrava aver finalmente rotto l'incantesimo. Nei minuti successivi la pressione si è fatta più forte. Il Cosenza sembrava alle corde, incapace di qualsiasi reazione. Ma nel calcio c'è una legge non scritta che dice che se sbagli un gol, sei condannato a subirlo.
Dopo che Bianchi si è mangiato un gol da zero metri, il Cosenza riparte e fa danni. Da un fallo di Cistana sulla trequarti, scaturisce il gol che manda in paradiso i calabresi e all'inferno il Brescia. Il resto è cronaca, con i tifosi bresciani a sfogare la propria frustrazione invadendo il campo e condannando ancora prima del fischio finale le rondinelle alla serie C.
E' il momento più buio della ns storia sportiva degli ultimi quarant'anni. Bisogna rifondare e ricominciare tutto daccapo. Una città come Brescia merita altri palcoscenici. Se penso che all'inizio del secolo hanno vestito il biancoblu leggende come Baggio e Guardiola mi viene male. Ma questo è lo sport. Quello che manca è la cultura della sconfitta(non solo a Brescia). Stagioni come questa sono figlie della mal gestione di un presidente dittatore che ha cambiato troppo spesso la guida tecnica della squadra, creando confusione nei giocatori. E' vero: la rosa della squadra non era sicuramente all'altezza della situazione ma ho sperato che si potesse raggiungere quantomeno una salvezza tranquilla. Cosa che non è accaduta.
I presidenti come Cellino appartengono ad un calcio che non esiste più. Per fare calcio serve programmazione e lungimiranza. Ed un progetto a medio/lungo termine. Situazione che a Brescia non si è verificata.
Ma adesso cosa succederà? Dopo quello che è accaduto ieri chi avrà voglia di comprare il Brescia? Cellino non mi sembra un tizio che si arrende facilmente. L'unica cosa è augurare al Brescia di tornare presto sui palcoscenici che gli competono e che la storia gli riconosce. Forza Brescia
La foto è del titolo del Giornale di Brescia di venerdì 2 giugno 2023
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