Ricordati di essere felice. Pensieri e parole in ordine sparso
In questi giorni ho pensato, non per circostanze particolari, al senso della vita. Ognuno ha la fortuna, o la sventura, di nascere in un determinato posto del mondo che normalmente segna in modo indissolubile la propria esistenza. Io per esempio credo di essere stato fortunato: Brescia è davvero un bel posto dove nascere. Almeno è quello che credo. Anche il periodo storico tutto sommato è stato molto favorevole. Anche se mi sarei visto molto bene alla fine degli anni '50, in pieno boom economico. Certo, è più facile collocarsi a posteriori, quando tutto è accaduto. Tante volte non si ha la percezione di vivere avvenimenti irripetibili. Io sono nato alla metà degli anni '70. Vado verso i 50. Questo lasso di tempo è stato pregno di cambiamenti epocali. Se dovessi sceglierne uno non avrei dubbi al riguardo: la caduta del muro di Berlino, il 9 novembre del 1989. Ai tempi ero davvero troppo giovane per viaggiare anche se a giugno di quell'anno feci un viaggio nel nord della Francia, a Valenciennes, per una partita dimostrativa di palla tamburello tra Italia e Francia. Ero comunque ancora troppo piccolo per capire la portata di quell'avvenimento. Ancora oggi mi domando come sia stato possibile, in pieno novecento, e dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, che l'Europa venisse spezzata in due da un muro lungo più di cento km, che divise per ben 28 anni la parte orientale da quella occidentale, sia fisicamente che idealmente. All'epoca la mia conoscenza del blocco orientale si limitava alle squadre di calcio, spesso leggendarie, che giocavano le coppe europee. In realtà c'era di più, molto di più. Negli anni ho approfondito la materia, ho conosciuto tante persone che hanno vissuto sulla propria pelle quel periodo davvero complicato. Papa Giovanni, in quanto polacco, fu determinante perché cambiò l'inerzia di quel periodo. Voleva che tutti gli uomini fossero liberi. E ci riuscì. Come sarebbe stata la mia vita se fossi nato per esempio in Germania Est? Oppure in Cecoslovacchia? O in Unione Sovietica? Non c'è una risposta. Non nascondo però che mi sarebbe piaciuto toccare con mano il periodo della guerra fredda ed i suoi risvolti, spesso drammatici. Per me il destino, come già scritto, aveva in serbo altri piani. Europa Occidentale. Italia. Brescia. Capriano del Colle. 1974. Alla mia nascita, la mia famiglia era composta da Papà, operaio metalmeccanico, Mamma, lavoratrice part time presso una casa di riposo e da mio fratello, nato quattro anni prima. Ho avuto un'infanzia piena d'amore, soprattutto per i miei mille problemi di salute. Addirittura una volta successe che una suora disse a mia mamma, durante uno dei miei tanti ricoveri, che ero clinicamente morto. Sembra una barzelletta ma è tutto vero. Fosse successo oggi quella suora avrebbe passato dei guai seri. Gli anni giovanili sono stati colmi di sogni. Quelli più ricorrenti erano le ragazze ed il calcio. Ad essere onesto ho nutrito più speranze in un futuro nel mondo del calcio che nell'amore. Non mi vedevo nelle vesti di un innamorato che in auto, per creare l'atmosfera, faceva passare le canzoni di Umberto Tozzi. Io credevo in Marco Tardelli e nelle sue sgroppate. Anche perché se fossi diventato come lui tutto il resto, donne comprese, sarebbe arrivato in automatico. Un anno, giocavo nei giovanissimi, arrivai ad un metro dal traguardo. Traguardo che non raggiunsi. Ma non per colpa mia. Fu un anno incredibile. Segnavo in tutti i modi. A Travagliato feci una doppietta che, se fosse stata filmata, mi avrebbe proiettato direttamente in qualche settore professionistico. Segnai un gol da centrocampo. Il secondo fu incredibile: palla al piede scartai tutta la squadra avversaria, portiere compreso. Ci sono persone che lo possono testimoniare. Quell'anno feci moltissimi provini. Quello più desiderato fu con il Brescia. In maglia Watergate, schierato nell'inconsueto ruolo di prima punta, feci tre gol. E' fatta dissi. Ma qualcuno decise per me e disse di no, a mia insaputa. E' questo ancora oggi il mio più grande rimpianto calcistico. Chissà come sarebbe andata se mi avessero permesso di provare quella esperienza. Purtroppo non è dato saperlo. La mia parte spirituale è stata inizialmente indotta andando a dottrina. Crescendo è diventata più un fattore intimo che di fede. In questo periodo storico, per via di alcuni accadimenti, sono abbastanza sfiduciato. Ma credo che più di tutto valga essere delle brave persone. Al di là del credo religioso. Ma che senso ha la vita di ognuno di noi? C'è un disegno divino? C'è vita oltre la morte? Sono domande che non hanno risposta. Ho conosciuto una ragazza che mi diceva di avere uno spirito guida, tutti ce l'hanno mi ha detto. Ma cosa succede quando si muore? Una cosa è certa, dice lei. Nel momento del trapasso troveremo ad aspettarci le persone che ci hanno voluto bene nella vita così da farci sentire al sicuro. Speriamo sia così. Viceversa sarebbe una grande scocciatura. Qualche mese fa sono venuto a conoscenza della mia presunta data di pensionamento: 8 agosto 2039. Il mio obiettivo sarebbe quello di trascorrere questo periodo di tempo in buona salute, con tanti viaggi sul passaporto, in compagnia di mia moglie e di tutti quelli che mi vogliono bene. Per tutto il resto cercherò di affrontare la vita come Marco Tardelli: a grinta spianata. Ricordati di essere felice. Ad maiora
In questa foto ero felice ma non lo sapevo 💖