mercoledì 10 aprile 2024

Birra Artigianale Vale ❤️ Bruna

La Birra Artigianale dedicata ai miei Genitori

Nel vasto panorama delle bevande artigianali, c'è una pratica che va oltre la semplice produzione di birra: quella di creare una birra personalizzata, unica nel suo genere, dedicata a qualcuno di speciale. Questo è esattamente ciò che ho fatto. 

L'idea di creare una birra artigianale dedicata ai miei genitori è nata dalla volontà di celebrare il loro amore e il loro supporto in modo unico e memorabile

La creazione di questa birra non è stata un semplice processo, ma piuttosto un'avventura che ha coinvolto ricerca, sperimentazione e impegno. Ho collaborato con una birreria artigianale di Passirano per sviluppare una ricetta personalizzata che riflettesse i gusti miei e le preferenze della gente. Dopo numerose prove e assaggi, è stata finalmente trovata la combinazione perfetta di malti, luppoli e lieviti che avrebbe dato vita a questa birra speciale.

Ma non è finita qui. Per rendere davvero unica questa birra, ho voluto anche personalizzare l'etichetta. Grazie all'aiuto congiunto di Alessandro e di mio nipote Samuele, siamo riusciti a trovare l'etichetta perfetta, partendo da una foto a colori, diventata poi in bianco e nero, a cui è stato aggiunto il nome, cioè quello dei miei genitori, Vale(Valentino) e Bruna. 

La birra artigianale dedicata ai miei genitori non è solo una bevanda, ma un simbolo tangibile del legame speciale che ci univa

Vi amerò per sempre ❤️


Birra artigianale Weizen Vale ❤️ Bruna 

50 cl

5, 0 % Vol

Prezzo: 5 euro





mercoledì 24 gennaio 2024

Gigi Riva: thunder roar

 Gigi Riva: thunder roar

Gigi Riva's death left a bitter taste in my mouth. I did not have the pleasure of seeing him in action for reasons of age. But as a great football fan, especially of the past, I know what a great footballer he was and what he represented for the generation of that time. My father, although a fan of the great Inter, had words of admiration for him. Dad, in my opinion you are Gigi Riva's double,' I used to tell him. Of course, he was not an exact copy, but in my opinion the facial features were very similar. He would reply with an embarrassed but underneath smug smile. In recent years, legendary players like Best, Beckenbauer, Maradona, Pelé and now Gigi Riva have passed away. The years pass for everyone, it is true, everyone's life has a beginning and an end. But it is what happens along the way that makes the difference. And these gentlemen have not only made a difference, they have become first legendary and then immortal. The years in which they assert themselves are certainly more genuine and in some ways more romantic. Gigi Riva was Cagliari's standard-bearer, the leader of the Sardinian people, renouncing the big bucks that northern teams were ready to shell out to have him in their ranks. He represented a sort of social redemption for the whole of Sardinia, demonstrating that anything is possible, even winning a Scudetto with a provincial team that had never won anything until then. In return he received affection and glory. A man of few words, he always put words before deeds. Thunder roar,a nickname coined by Gianni Brera, was the perfect symbiosis of man and myth. Goodbye Gigi. And thank you


the photo is taken from Wikipedia



  









domenica 19 novembre 2023

Ciao Mamma

 Ciao Mamma

Ciao Mamma, te ne sei andata i primi di novembre in una giornata di pioggia. Anche il cielo quel giorno aveva deciso di piangere forse perché voleva unire le sue lacrime alle nostre che, copiose, avevano riempito i nostri occhi e le nostre guance. Io sono stato il primo ad arrivare. Quando sono entrato nella stanza, il tuo corpo esanime giaceva sul letto che era stato il tuo compagno di viaggio in questo ultimo periodo. Sembravi ancora più minuta di quello che in realtà eri. Il Dio che avevi pregato per tutta la vita ti aveva chiamata a sé. Probabilmente perché non voleva più vederti soffrire così tanto. Forse si sentiva in colpa per averti dato una punizione così severa senza peraltro aver fatto nulla per meritarla. Mentre scrivo la mia testa è piena di emozioni e di ricordi. Forse non basterà una vita per accettare che tu non ci sia più. L'unica consolazione terrena è quella di sperare che tu abbia raggiunto il papà che sicuramente ti stava aspettando. Mi hanno detto che quando qualcuno muore, ad attenderlo trova chi in vita gli ha voluto bene. Quindi immagino che quel giorno tu abbia trovato un traffico incredibile lassù. Gli ultimi anni sono stati molto complicati per te. Dal momento in cui ti è stato diagnosticato l'Alzheimer, ti abbiamo vista piano piano cambiare. Prima il papà, che non ti ha lasciata sola un secondo, e poi noi, abbiamo provato a darti conforto cercando in tutti i modi di rendere questa brutta fase della  tua vita il più normale possibile. Anche se di normale non c'era nulla perché credo che la cosa più difficile sia quella di vedere i propri genitori soffrire e stare male, soprattutto quando a quel male non c'è cura. Tu hai affrontato questa malattia con la serenità e la tranquillità di sempre. Sapevi che le cose sarebbero andate via via peggiorando ma finché hai potuto, hai mantenuto una compostezza ed una dignità che solo una donna con il tuo vissuto poteva avere. Ad un certo punto anche il parlato ha perso di consistenza. Non ricordavi più quasi nulla del tuo passato, non ricordavi i nostri nomi, non ti ricordavi del papà. Ma noi sapevamo benissimo chi avevamo davanti. Tirare grandi tre figli non è stato sicuramente un lavoro semplice. L'unica cosa che speriamo è quella di averti in qualche modo resa orgogliosa di noi, nonostante abbiamo intrapreso dei percorsi diversi e magari non in linea con il tuo modo di vedere la vita(e qui parlo soprattutto del mio di percorso). In questo periodo guardo spesso vecchie foto di noi insieme e felici. Ho trovato tantissime tue lettere(ti piaceva tantissimo scrivere. Credo di aver preso questa passione da te. Non ci sono dubbi). Guardo le date e penso che abbiate vissuto(tu e il papà) un periodo storico irripetibile, dove c'era speranza e voglia di costruire un futuro felice e pieno di speranze. Dove c'era voglia di appartenere a qualcosa e a qualcuno. Dove l'impegno nel sociale era ai massimi livelli. Dove l'educazione ed il rispetto erano valori molto solidi e irrinunciabili. Cercheremo di essere all'altezza di quello che ci avete insegnato, cercheremo di essere persone oneste e protese nell'aiuto verso gli altri. Faremo di tutto perché il vostro ricordo rimanga vivo in chi vi ha conosciuto e in chi vi ha amato. Ma voi per favore non lasciateci mai soli. Restate sempre al nostro fianco perché abbiamo ancora bisogno di voi nonostante non possiamo più vedervi e toccarvi. Ciao Mamma. Semplicemente grazie

                                                                     ♥️♥️♥️






mercoledì 1 novembre 2023

Palla tamburello: Lo sferisterio Botti

 Palla tamburello: Lo sferisterio Botti

Dopo tanti anni spesi sul campo dell'oratorio, alle ore 14 del 19 Marzo del 1976 venne finalmente inaugurato lo sferisterio dove avrebbe giocato le proprie partite casalinghe l'USM Botti (Unione Sportiva Marco Botti). In via Pascoli, a Capriano, la famiglia Botti mise a disposizione un'area dove, con grande perizia, venne costruito uno degli sferisteri più belli di tutta la storia del tamburello italiano.

Le cronache dell'epoca scrissero che per realizzare l'impianto vennero spesi ben 40 milioni. Quel giorno si sfidarono in un'amichevole, che fece il tutto esaurito, la Botti e l'Ovada, una delle squadre più forti in circolazione, entrambe iscritte al campionato di serie A che sarebbe iniziato il fine settimana seguente. Il risultato arrise ai piemontesi che prevalsero per 19 a 12. 

Lo sferisterio chiuse i battenti ben 28 anni dopo, più precisamente il 18 di settembre del 2004, per l'ultima giornata di ritorno del campionato di serie B nella sfida tra la Botti e la Capriatese di Alessandria. In quei lunghi anni di attività, il campo della Botti è sempre stato un punto di riferimento molto importante per il tamburello bresciano e nazionale, radunando migliaia di appassionati che avevano trovato nell'impianto di Capriano il luogo ideale dove trascorrere ore di serenità e di svago, potendo ammirare via via i più grandi campioni della specialità ma con la speranza che a prevalere fosse sempre e comunque la Botti

La Botti era diventata una sorta di famiglia allargata, dove ognuno aveva un ruolo ben preciso. Io sono nato e cresciuto con quei colori e sarò per sempre un tifoso della Botti. Porto nel cuore tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino durante quella meravigliosa esperienza sportiva, con una nota di merito per Ugo, che rimane per me una delle persone migliori che abbia conosciuto. Chiudo con dei dati relativi alle squadre partecipanti al campionato del 1976 e del 2004

Anno 1976 Serie A - Girone unico

Salvi - Verona
Botti - Brescia
Bure - Verona
Ovada - Alessandria
Cavaion - Verona
Bottanuco - Bergamo
Basaluzzo - Alessandria
Azzano - Asti
Bussolengo - Verona
San Floriano - Verona
Murisengo - Alessandria
Lazise - Verona
Casale Monferrato - Alessandria
Cremolino - Alessandria

Anno 2004 Serie B 1° Girone

Ceresara - Mantova
Botti - Brescia
Malavicina - Mantova
Goitese - Mantova
Capriatese - Alessandria
Cremolino - Alessandria
Settime - Asti
Sacca - Mantova
Malpaga - Bergamo
Francavilla - Alessandria
Bonate Sotto - Bergamo
Bonate Sopra - Bergamo



Fotografia dell'archivio Veschetti






martedì 31 ottobre 2023

Palla tamburello. ANSPI Capriano: la squadra più forte che non avete mai visto

Palla tamburello. ANSPI Capriano: la squadra più forte che non avete mai visto

 Agli inizi anni ’80, in pieno boom tamburellistico, fa capolino una squadra che più romantica di così non si può: l'ANSPI Amatori di Capriano del Colle. I giocatori erano tutti di Capriano naturalmente. A quei tempi sui due campi disponibili(Botti e Caprianese) si alternavano ben nove squadre ed era davvero complicato riuscire ad incastrare tutta l’attività. I nostri decisero comunque di iscriversi alla FIPT, categoria serie D. Ho fatto una ricerca e sono riuscito a trovare la classifica finale della stagione 1983. Balza subito all’occhio la posizione finale in graduatoria della squadra A che diede filo da torcere a squadre più navigate. Io all'epoca avevo solo nove anni ed in tutta onestà non ricordo di averli mai visti in azione e non so per quanti anni quella società partecipò ai campionati ufficiali. Quella che rimane è una bellissima pagina di sport che ha visto nuovamente Capriano protagonista. Qualche anno fa ho avuto modo di toccare con mano la maglia di gioco originale. Devo dire che era davvero di buona fattura e molto curata. Questi i giocatori presenti nella fotografia

Da sinistra: Vincenzo Marchetti, Giuseppe Saleri, Giuseppe Missidenti, Carlo Caravaggio, Angelo Fracassi. Accosciati: Sergio Lussignoli, Giuseppe Lonardini, Antonio Bignotti, Gian Luigi Guana


CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO PROVINCIALE SERIE D 1983


SERIE D 1° Girone


Pozzolengo 20 

Travagliato A 16

Borgosatollo B 12

Nigoline 6

Gussago 3

ANSPI Capriano B 3


SERIE D 2° Girone


Travagliato B 20

ANSPI Capriano A 14

Caprianese 10

Borgosatollo A 6

Capodimonte 5

Botticino 5


CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO PROVINCIALE SERIE C 1983


Nigoline 17

Navezze 13

Botticino 12

Botti 10

Pozzolengo 8

Salò 0






venerdì 29 settembre 2023

Quando la vita ti tende una trappola.. Ingannala con una Newcastle

Quando la vita ti tende una trappola.. Ingannala con una Newcastle 

Ieri sera ho deciso di andare in solitaria a bere una birra e a mangiare un panino. Ho scelto un pub dove ero stato con mia moglie la settimana scorsa. Ci sono tornato appositamente perché ho notato una spina della Newcastle, che con la Kilkenny, è una delle mie birre preferite. Nella vita invece ho scelto una “bionda”. Newcastle dicevo. Ho bevuto moltissime birre un po’ ovunque ma se posso scegliere vado dritto sulle scure di produzione irlandese/britannica. Mi piace assaporarle e gustarle senza fretta in qualsiasi periodo dell’anno. Credo che la birra, oltre ad essere altamente aggregante, ti sollevi un po’ dai problemi che la vita di tutti i giorni ti mette davanti. Per queste situazioni è un ottimo svuota cervello. Ad un certo punto ti sembra addirittura di avere la soluzione per tutto quello che ti attanaglia. Sensazione effimera naturalmente. Ho scelto di accompagnare la birra con pane e salame con aggiunta di formaggella, che insieme sono la simbiosi perfetta. Almeno per me. Dopo aver consumato e scambiato qualche battuta con il simpatico proprietario del locale, un certo Leo che tra le altre cose è un tifoso del Brescia Calcio, cosa che non guasta, sotto la cassa non ho potuto fare a meno di notare una bellissima insegna smaltata bombata della birra Wührer anni ’30. Caro oste, sotto il registratore di cassa hai un piccolo tesoro. Ad maiora





lunedì 11 settembre 2023

Calcio italiano: serve una scossa

 Calcio italiano: serve una scossa

Il calcio italiano ha toccato il punto più basso della sua storia. Non lo dico io, ma i risultati degli ultimi anni. Europeo vinto a parte, che si è dimostrato essere un fuoco di paglia, tutto il resto ha bisogno di essere rifondato. Luciano Spalletti si è fatto carico di una situazione molto complicata. Ma quali sono i problemi che affliggono il nostro movimento? Molti purtroppo. Ma se vogliamo andare in profondità, ce ne sono almeno due, a mio modesto parere naturalmente, che non possono essere sottovalutati. Il primo: negli ultimi anni è completamente sparito il calcio di strada ed è quasi scomparso quello negli oratori. Non ci sono più le partite interminabili al campetto dove i bambini giocano solo ed unicamente per il puro piacere di farlo. I ragazzini di oggi sono tutti già indottrinati ed impostati. Manca il calcio istintivo, l'uno contro uno, l’individualità. La fantasia e la creatività sono soffocate dagli schemi. Non c’è più il senso di appartenenza. Non c’è più il sogno di giocare per la squadra della propria città. Aggiungerei anche il danno provocato dai genitori, sempre più petulanti e spesso irrispettosi verso l’allenatore e la società in cui gioca il proprio figlio. Tutti sperano che la propria creatura posso un giorno sfondare nel calcio che conta senza preoccuparsi magari della sua felicità o del suo stato d’animo. Quando ho iniziato a giocare a calcio, primi anni ’80, era tutto diverso. Prima di tutto non c’erano genitori attaccati alla rete. Gli unici presenti avevano il compito di accompagnarci alle partite, spesso con le proprie auto. Mi porto dentro il ricordo di Luciano, papà del mio amico Mauro, che con la sua fiat uno rossa ci ha portati ovunque. Persona straordinaria, sempre presente durante tutta la trafila delle giovanili. Io ricordo che ho iniziato a giocare per passione. Giocavamo ovunque, anche in mezzo alla strada, con i vestiti a fare da pali della porta. Ho perso il conto delle partite giocate all’oratorio dopo la scuola. Ore e ore di sfide dove l’unico giudice era il campanile. Allo scoccare di una certa ora si andava tutti a casa, spesso con escoriazioni varie. Ma con un sogno: quello di giocare nel Brescia. Non ho mai pensato ai soldi. Nella mia testa c’era solo ed esclusivamente l’ambizione di esordire con la maglia del Brescia al Rigamonti (in quale categoria non importava). Si partiva dai pulcini e si arrivava fino all’under o negli juniores. I più meritevoli approdavano in prima squadra. Era decisamente un calcio più genuino e pieno di sogni rispetto a quello patinato di oggi, fatto di tatuaggi, di capelli sempre in ordine e di ingaggi faraonici. Il secondo punto è da ricercare nella presenza dei tantissimi stranieri presenti nelle squadre. Anche qui c’è da fare un parallelo con il passato. Dopo il fallimento dei mondiali del 1966, la federazione decise di chiudere le frontiere agli stranieri. Quelli che erano già tesserati sarebbero rimasti in squadra. Per gli altri non c’era più posto. È quello che dovrebbero fare anche oggi. Basta scorrere le formazioni delle squadre di A per capire dove sta il problema. La percentuale di italiani titolari si aggira su percentuali sempre più basse. Il caso più clamoroso, per citarne uno, è stato quello dell’Inter campione d’Europa nel 2010: se non fosse ad un certo punto entrato Materazzi, la formazione campione sarebbe stata composta da soli stranieri. Pazzesco!! Bisogna invertire la tendenza prima che sia troppo tardi. Basta ai nomi esotici o a chi ha messo in fila due partite degne di nota facendo schizzare il prezzo del cartellino. Bisogna investire sui giocatori italiani, costi quel che costi. Con settori giovanili si strutturati ma meno ingessati. Non è possibile che il nostro miglior candidato al pallone d’oro sia Barella. Per carità, buon calciatore ma lontano anni luce dalla generazione dei Totti e dei Del Piero. Ma non sarà una cosa semplice perché dopo la legge Bosman il calcio è cambiato completamente. Tra ingaggi saliti alle stelle e procuratori che tengono in ostaggio le società, il calcio ha preso una strada senza ritorno. Adesso ci sono gli arabi che hanno solo i soldi (ma poi pagheranno davvero quello cifre?) ma non hanno tradizione, non hanno storia, non hanno partite di cartello, non hanno derby che infiammano le tifoserie. Serve un ritorno alla normalità, serve che il calcio torni ad essere della gente, servono le maglie dall’uno all’undici. Ad maiora

Origine fotografia: Calciatori Brutti




martedì 5 settembre 2023

Amarcord palla tamburello. Franco Reccagni, l'asso bresciano

Amarcord palla tamburello. Franco Reccagni, l'asso bresciano

Franco Reccagni è il tamburellista bresciano più vincente di tutti i tempi. Franco detiene un record difficilmente battibile e destinato a durare a lungo. Con i suoi cinque scudetti di serie A in bacheca, più uno in serie B, è stato senza ombra di dubbio uno dei giocatori che ha lasciato un segno indelebile nella storia del tamburello italiano. Bisogna tenere contro che in quei tempi non erano ancora state istituite né la coppa Italia (partì nel 1980) né la super coppa (1992). È facile azzardare che avrebbe potuto rimpinguare la sua bacheca con altri trofei. Dotato di una forza fisica notevole che, unita ad una grande capacità di gestione emotiva, molto utile nelle grandi sfide, gli hanno permesso di giocare in tutte le più forti squadre dell’epoca, risultando spesso determinante nella conquista dello scudetto. Le cronache piemontesi dell’epoca dicevano di lui “ Nato a Nigoline di Corte Franca in provincia di Brescia, non si era mai mosso dalle sue zone. Nel 1972 però gli astigiani del Monale sono riusciti a portarlo nelle loro file. Non passò inosservato ai tecnici che videro in Franco doti eccezionali di prestante atleta, anche se fisicamente non è un colosso. L’exploit con il Lavazza Murisengo coincise con l’ascesa di Reccagni, uno dei tamburellisti più regolari che calcano gli sferisteri italiani. Agli sportivi ed appassionati restano impresse le sue terribili fiondate, i colpi saettanti e precisi, sia di sottobraccio che di spalletta”. Un biglietto da visita invidiabile, non c’è che dire. “Bei tempi quelli” mi ha detto Franco il giorno in cui ci siamo incontrati. “Da ragazzo andavo a vedere le partite di serie A, spesso a Flero, dove lo spettacolo era assicurato. Gli incontri erano sempre molto entusiasmanti ed il pubblico davvero impressionante. Da quel momento decisi che anch’io avrei giocato a tamburello e vinto coppe e scudetti”. Detto e fatto ci viene da scrivere. Continua Franco “Ho fatto una carriera bellissima dove ho avuto la fortuna di incontrare gente con cui ho stretto forti amicizie, rapporti che durano tuttora. Mi sono trovatobene in tutte le squadre in cui ho giocato. Se proprio devo sceglierne due dico Murisengo e S.Floriano. Lì, oltre a vincere lo scudetto della massima serie, ho trovato un ambiente davvero eccellente, dove tutto era perfettamente organizzato. A Murisengo il presidente era Pericle Lavazza (membro della famiglia Lavazza, fondatrice del Caffè Lavazza e main sponsor della squadra) un grande personaggio, di quelli che non se ne trovano più in giro. Furono due anni molto intensi, culminati con la conquista dello scudetto. Anche a S.Floriano ebbi il merito di far parte di una squadra fortissima che conquistò ben quattro scudetti consecutivi di serie A. Per un giocatore bresciano giocare a Verona in quegli anni non era per niente semplice. A quei tempi c’erano tantissimi campioni ed imporsi era molto difficile. Senza contare le migliaia di persone che ogni domenica affollavano gli sferisteri, una sensazione bellissima che mi porto ancora dentro e che ricordo con nostalgia. Il tamburello mi ha permesso di vivere momenti esaltanti e irripetibili. Grazie per aver pensato a me”. Grazie a te Franco

Franco Reccagni nato a Nigoline di Corte Franca il 26-12-1948

 Successi in carriera

 5 Scudetti di serie A (1 Lavazza Murisengo – 4 S.Floriano)

 1 Scudetto serie B ( Gussago )

 4 Torneo del tamburello d’oro di Ovada ( AL )

 1 presenza in nazionale “A” 14 ottobre 1978 Sesto San Giovanni ( MI ) Italia – Francia

 Squadre in cui ha militato ( SERIE A - B – C – D)

 NIGOLINE ( BS ), COLOMBARO ( BS ), GUSSAGO ( BS ), MONALE ( AT ), LAVAZZA MURISENGO ( AL ), LONARDI S.FLORIANO ( VR ), MARMIROLO ( MN ), TRAVAGLIATO ( BS ), VALGATARA ( VR ), BONATE SOTTO ( BG ), CASTELLI CALEPIO ( BG ), SERIATE ( BG), TORRE DE ROVERI ( BG ), CORTE FRANCA ( BS )




















giovedì 31 agosto 2023

Rimini, Rimini

 Rimini, Rimini

Alla fine la scelta è caduta su Rimini. I motivi sono molto semplici: pochi giorni a disposizione, quindi con una meta che doveva essere raggiunta nel giro di qualche ora, ed il budget, in parte eroso dalla vacanza di inizio anno a Capo Verde. Il budget avrebbe potuto coprire anche Ibiza, ma c'erano da mettere in conto qualche extra in più, tra cui, ad esempio, il parcheggio in aeroporto. Rimini quindi. L'hotel che abbiamo scelto è la classica struttura 3 stelle della riviera. Gestione famigliare, un'ottima cucina casalinga, molto pulito, con parcheggio sotterraneo e con una stanza debbo dire abbastanza moderna. Abbastanza perché se la camera era davvero piacevole e rinnovata, il bagno presentava alcune pecche, probabilmente dovute al fatto che sono dovuti intervenire su una situazione già datata in partenza. Se la doccia era tutto sommato passabile, con un idromassaggio verticale che ha visto tempi migliori, il resto era davvero poco funzionale. Il water era infilato tra il muro e la doccia, quindi in una posizione molto scomoda. Ogni volta infatti che vedevo gli altri ospiti in sala, soprattutto quelli corpulenti, mi chiedevo come facessero a sedersi in così poco spazio. Il bidet godeva di un'area maggiore ma dovevi stare attento perché con il beccuccio così sporgente c'era il rischio di auto sodomizzarsi. La spiaggia era come da tradizione molto ben attrezzata con davvero tanto spazio tra un ombrellone e l'altro. Il mare era a mio avviso pulito e gradevole. A sto giro, complice una giornata di pioggia, abbiamo voluto fare un giro in centro storico che offre davvero tanti spunti interessanti, sia dal punto di vista architettonico che artistico, con opere di Vasari, Giotto e Piero della Francesca, tutte e tre visibili nel tempio Malatestiano. Oltre a tutte le vestigia romane che si vedono un po' dappertutto, testimoni di un passato glorioso. Ma più di tutto, sono state le ville liberty a destare la mia curiosità ed il mio interesse. Ci sono in tutte le città è vero, ma vuoi mettere una villa liberty fronte mare? E' tutto un altro vivere. Ce ne sono parecchie, oltre a tutte le ex colonie, che avrebbero bisogno di essere restaurate e riportate all'antico splendore. Ma immagino che il prezzo sia per pochi. Chissà se un giorno riuscirò a realizzare questo mio sogno. Ma devo fare in fretta perché il tempo vola. Lunedì rientrerò in ufficio. Voglia zero. Stessi problemi, stesse facce, stessa vita di sempre. A volte bisognerebbe davvero mandare tutto a puttane per rincorrere quella felicità che abbiamo sempre sognato. Ci riuscirò? 












lunedì 21 agosto 2023

Lavoro da remoto

 Lavoro da remoto

In questi primi giorni di ferie, in cui normalmente non si dovrebbe pensare al lavoro, mi chiedevo come sarebbe se avessi la possibilità di lavorare da casa, in smart working. Attualmente il mio lavoro non è assolutamente trasferibile presso il mio domicilio. Essendo responsabile di un reparto che spedisce ricambi, credo sia impossibile governare questo tipo di attività fuori sede. L'unico modo sarebbe quello di avere un altro IO in azienda. Ma allo stato attuale non c'è nessuno che possa farlo. O meglio, c'è un ragazzo che avrebbe tutte le capacità ma è stato destinato ad altro incarico. Ma torniamo all'argomento di questo post. Se avessi la possibilità si, mi piacerebbe lavorare da casa, ma con riserva. E' vero, il mio attuale luogo di lavoro dista solo qualche minuto da dove abito. Rispetto agli anni passati, andare a lavorare è diventata una passeggiata per via della quasi assenza di traffico e dello stress pari a zero. Ma l'idea di lavorare da casa non mi dispiacerebbe. Certo, bisogna avere uno spazio dove stare tranquilli perché il mondo là fuori non sa se tu stai lavorando o meno. Il mondo là fuori va avanti per la propria strada e bisogna prendere in carico eventuali situazioni che potrebbero presentarsi, come il postino, che non sempre suona due volte, e tutto quello che fa parte nella quotidianità di tutti noi. Uno spazio separato serve obbligatoriamente perché la propria abitazione, che potrebbe essere benissimo qualsiasi altro posto del mondo, offre molte distrazioni. Se dovessi lavorare seduto al tavolo del soggiorno per esempio mi verrebbe la tentazione di seguire il tg o di vedere i gol della sera prima. Sarebbe poco professionale. Insomma, bisogna avere una casa con una stanza adibita a studio dove ci si possa estraniare. Due stanze se anche tua moglie o la tua compagna o un tuo famigliare facciano altrettanto. E qui iniziano i problemi. Se in famiglia più di una persona lavora da remoto o hai una casa generosa, che possa ospitare più stanze studio, oppure diventa un problema non di poco conto. Riassumendo:
Perché SI
Si abbattono i costi legati all'utilizzo della propria automobile o dei mezzi pubblici
Meno stress
Meno traffico
Meno inquinamento
Migliore qualità della vita
Migliore gestione del tempo, soprattutto di quello libero
Perché NO
La presenza di più persone in casa con il lavoro da remoto potrebbe essere un problema
Bisogna avere una casa adeguata che abbia almeno uno stanza studio dove sistemarsi
C'è il rischio di essere meno produttivi
Ci sono molte distrazioni
Non c'è più privacy, perché apriresti la porta di casa tua al mondo lavorativo
Dovresti cucinarti il pranzo
Dovresti gestire anche la quotidianità. In ufficio invece rimarrebbe fuori
Avresti pochi rapporti con i tuoi colleghi(pensandoci bene però questo potrebbe finire nei SI..)

Forse l'Italia non è ancora pronta a questo cambiamento nonostante il Covid abbia accelerato il processo. Però se ci pensiamo un attimo, il Covid ha sdoganato situazioni che fino a poco tempo fa sembravano impossibili. Come il lavoro da casa appunto. Tirando le somme sono più i NO che i SI. Quindi, nonostante mi piacerebbe provare, sono uno di quelli a cui piace ancora strisciare il cartellino














sabato 19 agosto 2023

Dove andiamo in vacanza?

 Dove andiamo in vacanza?

Le ultime favorevoli congiunture hanno creato un varco per una probabile, possibile vacanza last minute. Ma dove? Cesenatico, Ibiza, Rimini, Riccione....non abbiamo molto tempo per prendere una decisione. La rassicurante riviera romagnola oppure la trasgressiva Ibiza? Ai posteri l'ardua sentenza

Birra Artigianale Vale ❤️ Bruna

La Birra Artigianale dedicata ai miei Genitori Nel vasto panorama delle bevande artigianali, c'è una pratica che va oltre la semplice pr...